Se c'è un immagine dell'occidente capitalista è il supermercato, espressione massima del liberismo, della vittoria della società dei consumi, ma se c'è un luogo dove il capitalismo muore è ancora il supermercato. Così è notizia di questi giorni, passata in sordina nei telegiornali, gestiti da giornalisti mediocri e asserviti a potentati economici, più interessati al nostro consumo che a i nostri diritti, di una lavoratrice di 44 anni che dopo essersi urinata addosso perché non le era stato data la possibilità di andare in bagno e nemmeno di potersi cambiare fino alla fine del turno, ha esposto denuncia a i sindacati, la donna con problemi renali viene mandata in malattia per 15 giorni, al ritorno a lavoro viene aggredita, nello spogliatio dell'esselunga di viale Papiniano, a Milano. Racconta che gli hanno messo la testa nel Water, che è stata minacciata. Qui su
repubblica trovate un articolo con i dettagli dell'agressione.
L'unica risposta, immediata possibile, è il consumo critico, non comprare più la dove vengono fatte queste barbarie, oggi l'esselunga, domani un'altra catena di supermercati, ma dobbiamo dare una risposta a lungo termine a questo modello economico-sociale, riportare il lavoro alla centralità della società dove viviamo, pensare che i diritti sono più importanti che qualche punto di pil, pensare che il consumo non è la strada della felicità, ridisegnare la società attraverso scelte che siano altre rispetto al capitalismo e al mero mercato.