Feliz Navidad a todos.

Il libero mercato ha una caratteristica, che forse ad occidente avevamo dimenticato, nel lungo periodo é capace di ridistribuire la ricchezza senza che vi siano scelte politiche, chiaro lo fa a modo suo, però lo fa. Quello che voglio dire é che quello che noi chiamiamo crisi é un momento di forte ridistribuzione di ricchezze a livello mondiale, nuove aree geografiche fino ad ora condannate al marchio di terzo mondo possono aspirare ad entrare nel primo mondo. In qualche modo, in un mondo devoto alla globalizzazione, succede che la componente geografica diventa meno importante e le ricchezze si distribuiscono fregandosene se quel pezzo di terra si chiama Brasile o Grecia, questo é un gioco a somma positiva, in quanto il pil mondiale é in aumento, che significa che globalmente la crisi non c'é. Vi sono economisti che sostengono che la disoccupazione in occidente dovrà ancora aumentare, vi saranno aree dove quest'ultima toccherà il 30%, vuoi per gli avanzi dell'automazione, vuoi per la dislocazione della produzione in aree geografiche distinte. É in questo scenario globale che nel nostro paese viene fatta una manovra per tranquillizzare i mercati, é bene chiarire che la manovra é stata fatta solo per tranquillizzare i mercati, infatti con questi tagli e tasse si raccimolano 25 miliardi di euro, niente che possa incidere negli oltre 1900 miliardi di euro di debito che abbiamo, tranquillizzare i mercati vuol dire far credere agli investitori nell'impresa Italia, e quale modo migliore che lanciare il messaggio che da domani avremo meno obblighi e meno spese, è in questa logica perversa che si tagliano le pensioni più che per fare cassa, per dire al mercato noi siamo un paese che domani sarà più competitivo di oggi.
Il tutto visto a questa altezza sembra funzionare, ma basta avvicinarsi un poco per capire che il giochino può anche funzionare come dicono loro, ma non per tutti. Quando un lavoratore esce dal mercato del lavoro a 55-60 anni, molto probabilmente, fatta eccezione profili professionali di altissimo livello o categorie professionali particolari, significa essere disoccupato, cosa vogliamo fare con questo pezzo di società? E come si deve comportare uno stato sociale, nei "tempi della redistribuzione",con i lavori usuranti ? La grande discussione che si dovrebbe aprire anche a livello sindacale, non dovrebbe essere come conservare i diritti di oggi, ma nel ricostruire la società, come ricostruire il welfare state in un mondo che si presenta completamente mutato rispetto a quello che abbiamo visto negli ultimi 50 anni, quando si inventó lo stato sociale fu si una crescita della presenza dello stato dettate da idee keynesiane del economia, ma anche da un cambio sociale che aveva portato con se i decenni precedenti della rivoluzione industriale, la famiglia non poteva più svolgere il compito di aiutare gli individui fuori dal processo economico e quindi doveva intervenire lo stato, nacquero nel 1935 le prime pensioni pubbliche, così come i sussidi per la disoccupazione o siamo pronti per riscrivere lo stato sociale o molti pezzi di società rimarranno appesi al filo della povertà, il tutto senza avviso e senza ricette che ti possano escludere dall'appartenere a questo gruppo. Il governo Monti dovrà tagliare ancora molte risorse nel nostro paese, ma deve anche indicare una via nuova che permetta a tutti i componenti di questo gruppo di individui chiamato Italia di vivere una vita dignitosa.